Baltic Air Policing NATO : una storia di ingiustizia verso i nostri militari!

Baltic Air Policing rappresenta ormai uno dei simboli delle tante ingiustizie che nel corso degli anni i nostri militari impegnati al servizio dello Stato hanno dovuto subire dai loro vertici e dai vari Governi.

La Baltic Air Policing (BAP) rientra nella NATO Air Policing, ovvero nella gestione da parte della NATO degli spazi aerei di paesi membri o legati da accordi di difesa non dotati di una propria aeronautica militare; in questo caso è la missione nella quale reparti aerei di Italia, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Turchia, Regno Unito e USA si fanno carico a rotazione quadrimestrale e rischierandosi su basi locali in Estonia, Lettonia e Lituania, attività iniziata nel 2004, in quanto i paesi baltici pur avendo delle proprie aeronautiche militari non hanno reparti di volo di difesa aerea.

L’Italia ha condotto la missione BAP dal 1 gennaio al 31 agosto 2015, con uno schieramento presso la base di Siauliai in Lituania.

Così 4 Eurofighter Typhoon dell’Aeronautica Militare con relativi piloti, tecnici e specialisti (in tutto circa 100 militari del 4° Stormo di Grosseto, del 36° Stormo di Gioia del Colle e del 37° Stormo di Trapani, con il contributo di altri Reparti di Forza Armata ed Interforze) hanno garantito, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, la difesa dello spazio aereo delle tre repubbliche baltiche.

Inoltre sono stati distaccati Controllori della Difesa Aerea italiani presso il Centro di Riporto e Controllo (CRC) lituano di Karmelava, al fine di fornire addestramento, assistenza e supervisione ai colleghi baltici.
In otto mesi, la Task Force Air ha svolto in totale circa 900 ore di volo, con 40 Alpha-Scramble (reali interventi di Difesa Aerea) e oltre 160 Tango-Scramble (eventi simulati per l’addestramento alla prontezza operativa), e molte missioni addestrative per il mantenimento della piena operatività della TFA e degli operatori del CRC di Karmelava.

L’alto livello di affidabilità ed efficienza garantito dagli uomini e donne della TFA è stato riconosciuto anche dalla NATO, che ha valutato il dispositivo italiano con la massima qualifica di “Excellent”, per la prontezza dei piloti e di tutto il sistema di supporto a terra, nonché per la validità delle procedure operative poste in atto.

Ma nonostante tutto questo, dopo la fine della missione, sono sorti gravi problemi riguardo il trattamento economico nei confronti dei militari impegnati nella BAP.

Infatti la missione, a differenza di tutte le altre missioni, è stata finanziata soltanto a decorrere dall’entrata in vigore del decreto legge che autorizzava la partecipazione italiana alla missione NATO e il suo relativo finanziamento.

Ma la cosa scandalosa è che il personale militare ha avuto trattamenti economici differenti ed, in particolare, per il periodo 1 gennaio-19 febbraio 2015 avevano avuta corrisposta l’indennità di missione internazionale mentre per il periodo 20 febbraio-31 agosto 2015 l’indennità di contingentamento.

Numerosi militari mi avevano evidenziato questa seria problematica, così già nel giugno 2015 presentai un interrogazione parlamentare in merito (guarda l’interrogazione https://goo.gl/mL8SNW ), chiedendo un urgente intervento al Governo per sanare questa evidente disparità di trattamento, garantendo omogeneità ed equità negli emolumenti economici. Inoltre più volte sollecitai il Sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, anche nel corso delle sedute di Commissione Difesa.

A distanza di ben 2 anni e mezzo non solo nessuno, Governo o Ministro della Difesa Pinotti, ha risposto alla mia interrogazione, ma soprattutto il problema non è stato minimamente risolto, nonostante il fatto che, oltre alla mia interrogazione, risulta già una informativa del Cocer Aeronautica al Sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi e una inequivocabile circolare del Comando Squadra Aerea che chiedeva un intervento risolutore allo Stato Maggiore dell’Aeronautica.

Insomma, un’ennesima ingiustizia nei confronti dei militari, sulla quale è giusto richiamare ancora una volta l’attenzione delle autorità competenti e per la cui soluzione noi del Movimento 5 Stelle ci batteremo immediatamente dopo la ripresa delle attività parlamentari nella 18^ Legislatura.